tag:blogger.com,1999:blog-215297942024-03-23T11:15:50.121+01:00The Pollo WebBisogna avere ancora un caos dentro di sè per partorire una stella danzanteUnknownnoreply@blogger.comBlogger37994125tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-84185933722466361802023-07-26T23:59:00.001+02:002023-07-26T23:59:00.133+02:00BuonaNotte/BuonGiorno<p style="margin-left: 80px; text-align: left;"> <img alt="Il mistero del silenzio è che non fa mai lo stesso rumore. – Frasi Aforismi Citazioni" aria-hidden="false" class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" src="https://aforismi.cloud/wp-content/uploads/2020/07/Il-mistero-del-silenzio-e-che-non-fa-mai-lo-stesso-rumore..jpg" style="height: 500px; margin: 0px; max-width: 500px; width: 500px;" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-85853226249546393432023-07-26T22:58:00.001+02:002023-07-26T22:58:08.906+02:00Green Boots, il cadavere più famoso del Monte Everest<div id="inread" class="testo_notizia">
<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 460px; height: 345px; margin: 0px auto; width: 460px; display: block;" src="https://i.imgur.com/qYZBaYg.jpg" alt="Green Boots" lo sconosciuto cadavere dell'Everest." /></p>
<p>Tutti sanno che il Monte Everest, con i suoi 8.849 metri, è la vetta più alta del mondo... E proprio per questa eccezionalità, <strong>ogni scalatore sogna di compiere l’impresa</strong> di arrivare in cima con i propri piedi.</p>
<p>Tuttavia, l’Everest non è solo un tantino alto, ma è anche molto pericoloso: le condizioni metereologiche e il rischio valanghe hanno concesso <strong>solo a 6.000 persone di raggiungere la vetta</strong>. La montagna, purtroppo, oggi è diventata un vero e proprio “<em>Valhalla</em>”, per coloro che tentano di scalare i quasi 9 chilometri: si stimano più di 200 cadaveri sparsi per il rilievo.</p>
<p>Tra i tanti scalatori deceduti, un corpo ha raggiunto una fama non indifferente, ovvero <strong><em>Green Boots</em></strong>. Questo soprannome è stato assegnato (non si ha ancora la totale certezza dell’identificazione) al corpo di Tsewang Paljor, un membro della Polizia di Frontiera Indo-Tibetana. L’uomo partecipò a una spedizione pre raggiungere la vetta dalla cresta nord dell’Everest, ma <strong>una violenta tempesta colpì la montagna</strong> e Paljor, insieme ad altri due compagni di squadra, morirono nella tormenta.</p>
<p>Il corpo di <em>Green Boots</em> <strong>fu lasciato in una grotta</strong> sulla montagna a circa 8.500, diventando un punto di riferimento e una tragica testimonianza dei pericoli che attendono chi prova ad arrampicarsi sull’Everest.</p>
<p>La sua presenza ha suscitato controversie tra gli scalatori: c’è chi sostiene che è giusto lasciare come monito il corpo dell’uomo, diventato ormai iconico, e chi invece discute sull’etica di <strong>abbandonare i cadaveri delle alpinisti</strong> sulla montagna.</p>
<p>Come citato poc’anzi, sono più di 200 le persone morte sull’Everest e molti dei corpi si trovano nella cosiddetta “<em>Zona della Morte</em>”, vicino alla vetta. Questo “piano” della montagna è anche noto come “<em>Valle dell’Arcobaleno</em>”, in quanto <strong>i vestiti dai colori sgargianti e disparati</strong> degli sportivi deceduti tappezzano tutta la zona.</p>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-3616607119648077402023-07-26T22:31:00.001+02:002023-07-26T22:31:48.535+02:00 Come (e perché) si forma la grandine?<div class="foc-module-text foc-mBottom2x">
<p>Come molti di voi avranno potuto sperimentare di recente, le grandinate stanno diventando sempre più frequenti, in Europa e in Italia. Ma come si innesca questo fenomeno? Come si forma la <strong>grandine</strong>?</p>
<p>La <strong>grandine</strong> si forma in grandi nubi temporalesche, i cumulonembi: hanno una struttura a "torre" e nella fase matura possono avere la sommità appiattita, assumendo la forma di un'incudine. In queste nubi, che superano i 10 km di quota, il temporale dà origine a forti fenomeni atmosferici. </p>
<p><strong class="ATextTitle">Fino a 100 all'ora.</strong> La grandine si forma quando intense correnti ascensionali calde (<strong>1</strong>, nella illustrazione sotto) spingono le gocce d'acqua verso la zona fredda dei cumulonembi, dove le temperature sono sotto zero. Le correnti ascensionali, spesso sopra i 100 km/h, portano in alto le gocce d'acqua (<strong>2</strong>).</p>
<p><img class="lazyload" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="grafico grandine" src="https://www.focus.it/images/2023/07/21/grafico-grandine_w570.jpg" alt="grafico grandine" width="570" height="627" data-src="/images/2023/07/21/grafico-grandine_w570.jpg" /></p>
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<p>I chicchi di grandine si formano attorno a un nucleo di condensazione (pulviscolo atmosferico) che forma il graupel (<strong>3</strong>), un cristallo di ghiaccio ricoperto di goccioline d'acqua sopraffuse (liquide anche se la temperatura è sotto zero).</p>
<p><strong class="ATextTitle">In salita.</strong> Trasportati dalle correnti ascensionali, i cristalli si accrescono, aggregandosi con altre goccioline sopraffuse o cristalli di ghiaccio (<strong>4</strong>). Il chicco di grandine continua a salire finché la sua massa non potrà più essere sostenuta dalla corrente ascensionale: può arrivare a oltre 10 km di altezza in 30 minuti.</p>
<p>Poi cade a terra (<strong>5</strong>), trascinato da una corrente discensionale fredda. Anche se la temperatura degli strati più bassi è sopra gli 0 °C, il chicco, se è grande, può rimanere ghiacciato perché li attraversa velocemente.<br /><br /><strong class="ATextTitle">A cipolla.</strong> La grandine ha una struttura a cipolla: alterna strati opachi e trasparenti. Lo strato opaco si forma per il congelamento istantaneo delle goccioline sopraffuse nella parte fredda della nube; lo strato trasparente, invece, è dato da un ghiacciamento più lento dell'acqua durante la risalita dei chicchi dalla zona più calda. Di solito le grandinate durano poco (in media 10 minuti) e interessano aree limitate (5-10 km²).</p>
<div id="scroll-333285" class="foc-module-factbox foc-outer foc-mBottom2x">
<div class="foc-module-factbox-title"> <strong> Tutti i numeri della grandine</strong></div>
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<p dir="ltr"><strong>20,3</strong> <strong>cm</strong>: il diametro del più grande chicco di grandine. È caduto il 23 luglio 2010 a Vivian (Usa) e pesava <strong>878,8</strong> <strong>g</strong>. In Europa il record spetta a un chicco di 15 cm caduto in Romania il 20 giugno 2016. In Italia il chicco record è stato di <strong>14 cm</strong> (Pescara, 10 luglio 2019).</p>
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<p dir="ltr"><strong>47,6 cm</strong>: la circonferenza massima raggiunta da un chicco. È caduto il 22 giugno 2003 ad Aurora (Usa).</p>
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<p dir="ltr"><strong>1,02 kg</strong>: il maggior peso di un singolo chicco. È caduto il 14 aprile 1986 a Gopalganj (Bangladesh).</p>
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<p dir="ltr"><strong>132</strong> giorni/anno: il record di giorni di grandine registrato nel 1965 a Kericho (Kenya), località equatoriale a 2.200 m di quota. In media ha 50 giorni di grandine l'anno.</p>
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<p dir="ltr"><strong>4,68</strong> miliardi di dollari: il danno più ingente mai provocato da una grandinata. Il 27-28 luglio 2013 in Germania (Reutlingen, Pfortzheim, Wolfsburg e Hannover).</p>
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<p dir="ltr"><strong>246</strong> morti: il bilancio più tragico di una grandinata. Avvenuta il 30 aprile 1888 a Moradabad (India).</p>
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<p dir="ltr"><strong>400</strong> feriti: il maggior numero di feriti in una singola grandinata a Monaco (Germania), 12 luglio 1984. Il record italiano è di <strong>20</strong> feriti a Bardolino il 4 agosto 2002.</p>
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<p dir="ltr"><strong>20mila</strong> persone: i cittadini evacuati dal West Edmonton Mall, centro commerciale a Edmonton (Canada), dopo che la grandine aveva distrutto i tetti di vetro, 11 luglio 2004.</p>
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<p dir="ltr"><strong>100mila</strong> case: le abitazioni rimaste senza energia elettrica a Chicago, 18 maggio 2000.</p>
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<p dir="ltr"><strong>40mila</strong> auto: i veicoli danneggiati da una grandinata, il 14 aprile 1999 a Sydney (Australia). A essi si aggiungono i danni riportati da <strong>25</strong> aerei.</p>
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</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-55604821695941166802023-07-26T22:28:00.001+02:002023-07-26T22:28:41.595+02:00Il silenzio? Fa rumore. E lo possiamo sentire<div class="foc-module-text foc-mBottom2x">
<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 300px; width: 300px; height: 200px; margin: 0px auto; display: block;" src="https://www.vivienna.it/wp-content/uploads/sites/8/2017/06/anche-il-silenzio-fa-rumore.jpg" alt="Nella politica di Enna anche il silenzio fa rumore - vivienna.it" /></p>
<p>Si dice che un silenzio possa essere assordante, ma una nuova ricerca dimostra che, a prescindere da quanto imbarazzo possa destare l'assenza di parole, il silenzio è veramente <em>qualcosa che possiamo udire</em>, nonostante sia, per definizione, l'assenza di rumore.</p>
<p>Un team di scienziati l'ha appena provato ricorrendo alle illusioni sonore, che funzionano - così dice lo studio, appena pubblicato su <a title="The perception of silence, articolo originale in inglese" href="https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.2301463120"><em>Proceedings of the National Academy of Sciences</em></a> - anche se ai suoni si sostituiscono intervalli di silenzio. Il cervello umano si lascia ingannare dai suoni e dal silenzio allo stesso modo, a dimostrazione del fatto che è possibile udire anche il silenzio. </p>
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<p><strong class="ATextTitle">Che cosa sentiamo?</strong> Da secoli scienziati e filosofi si chiedono se l'uomo sia in grado di udire qualcosa che non sia necessariamente un suono. «Tipicamente pensiamo al nostro senso dell'udito come a qualcosa che ha a che fare con i suoni» dice Rui Zhe Goh, ricercatore di filosofia e psicologia della Johns Hopkins University (Baltimora). «Ma il silenzio, qualunque cosa sia, non è un suono - è l'assenza di suono - e sorprendentemente, il nostro lavoro dimostra che quel "niente" è comunque qualcosa che si può sentire».</p>
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<p><strong class="ATextTitle">L'espediente delle illusioni.</strong> Gli scienziati sono partiti da diverse illusioni uditive note per ricreare versioni di quelle stesse illusioni in cui i suoni fossero stati rimpiazzati da momenti di silenzio della stessa durata. L'obiettivo era infatti capire se il cervello umano tratti i silenzi allo stesso modo in cui tratta i suoni. Proprio come le illusioni ottiche, quelle acustiche inducono il cervello a credere di aver udito qualcosa che non c'è, per esempio perché distorcono la percezione del tempo e fanno credere che un suono sia più lungo o più breve di com'è in realtà.</p>
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<p><strong class="ATextTitle">Anche il silenzio ci inganna.</strong> Un esempio è l'illusione conosciuta come "One is more", in cui uno stimolo sonoro continuo è percepito come più lungo di due stimoli sonori separati, anche se le due sequenze hanno la stessa durata. In una serie di test che hanno coinvolto un migliaio di partecipanti, gli scienziati hanno riadattato questa famosa illusione sostituendo al singolo e al doppio "beep" sonoro equivalenti momenti di silenzio. I partecipanti hanno ascoltato file audio che simulavano il brusio all'interno di un ristorante, di una stazione dei treni e di un mercato che venivano bruscamente interrotti da un lungo o da due brevi momenti di silenzio.<span style="color: green; text-align: center;"> </span></p>
<p>Come nel caso dell'illusione originale, il silenzio ininterrotto è stato percepito come più lungo rispetto ai due silenzi spezzati: significa che le stesse illusioni uditive che si pensavano innescate soltanto dai suoni funzionano anche se ai suoni si sostituiscono i silenzi. L'assenza di suono viene processata come un suono vero e proprio.</p>
<p><strong class="ATextTitle">Nulla, ti sento!</strong> «C'è almeno una cosa che sentiamo che non è un suono, ed è il silenzio che si crea quando il suono se ne va», dice Ian Phillips, coautore dello studio. Il gruppo di scienziati si è ripromesso di esplorare ulteriormente il modo in cui sentiamo il silenzio, cercando di capire, per esempio, se percepiamo allo stesso modo i silenzi che non sono preceduti da contesti rumorosi come quelli proposti nello studio. Sarà inoltre interessante capire come percepiamo altre cose assenti, come la scomparsa improvvisa di stimoli visivi.</p>
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</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-75173923639299964872023-07-26T22:04:00.001+02:002023-07-26T22:04:50.964+02:00Ecco come realmente avviene l’invecchiamento<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 640px; width: 640px; height: 231px; margin: 0px auto; display: block;" src="https://lirp.cdn-website.com/b918bfd9/dms3rep/multi/opt/invecchiamento-640w.jpg" alt="Invecchiamento normale e patologico" /></p>
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<p>Un progresso significativo è stato realizzato dai ricercatori dell’Università della <em>Virginia School of Medicine</em> nella <strong>comprensione di come funziona l’invecchiamento nel corpo umano</strong>. Lo studio, che è apparso nella pubblicazione <strong><em>Nature Aging</em></strong>, ha identificato un fattore cruciale che accelera l’invecchiamento e ha proposto strategie per contrastare le patologie legate all’avanzare dell’età.</p>
<p>La squadra di ricerca ha individuato che l’infiammazione cronica, <strong>un comune compagno dell’età avanzata e un elemento influente nello sviluppo di diverse malattie correlate all’età</strong>, è connessa a una malfunzionante <strong>segnalazione del calcio nei mitocondri</strong> di un particolare tipo di cellule del sistema immunitario, i macrofagi. I mitocondri, essenziali per l’energia di tutte le cellule, dipendono da una corretta segnalazione del calcio per il loro funzionamento ottimale.</p>
<p><strong>Lo studio suggerisce che potenziare l’assorbimento di calcio da parte dei macrofagi potrebbe essere un modo efficace per prevenire l’infiammazione cronica e i suoi effetti dannosi</strong>. I macrofagi, che si trovano in tutto il corpo, incluso il cervello, potrebbero essere presi di mira da farmaci specifici per aiutare a rallentare l’insorgenza di malattie neurodegenerative legate all’età come l’Alzheimer e varie forme di demenza.</p>
<p><strong>Una parte fondamentale della ricerca si è concentrata su come capire i cambiamenti nei macrofagi associati all’invecchiamento</strong>. Si è scoperto che, anche in un corpo generalmente sano, queste cellule possono subire un’infiammazione cronica di basso grado. Tuttavia, quando incontrano agenti patogeni o lesioni tissutali, i macrofagi si attivano e possono innescare un’infiammazione grave.</p>
<p>Gli scienziati ritengono che le loro scoperte potrebbero estendersi non solo ai macrofagi, ma anche ad altre cellule immunitarie originate nel midollo osseo. <strong>Ciò potrebbe portare alla creazione di nuove strategie per contrastare l’invecchiamento</strong>. Potenziare il funzionamento di queste cellule potrebbe servire come un metodo efficace per mitigare gli impatti negativi dell’invecchiamento e prevenire l’emergere di malattie associate all’età.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-38339895588532133412023-07-26T21:30:00.001+02:002023-07-26T21:30:12.715+02:00La destra frescona di Michele Serra<p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhouNPbvDM3Mm2FaOnp_P0d_ALusoinx6USC_JQIvC8hjsyKOisKl7odGX4pC8SFGIoGh3jpc27ZrgHf6lCkf15A4L5P_hMi-_qNeSSIdK3W1WXtJ8cfUljBzvOHT5QUto4rfTQ/s1600/4547788776_e683c647a5_m.jpg" alt="" width="120" height="145" border="0" /></p>
<p>Il frescone, a Roma, non è una figura antipatica. È il fesso spensierato, il semplice che apre bocca senza pensarci troppo. Dice le frescacce, che sono l’eufemismo di fregnacce, termine assai più greve, mi scuso per averlo evocato ma la cultura ha i suoi obblighi.</p>
<p>La destra italiana ha una importante corrente frescona, fin qui molto sottovalutata, che i politologi dovrebbero studiare con attenzione. Nel negazionismo climatico, per esempio, c’è una evidente impronta frescona: “Ma che vuoi che sia? D’estate ha sempre fatto caldo”.</p>
<p>Non c’è malizia, c’è l’innocenza del fesso, la leggerezza di chi in ogni cosa complicata vede un nemico. Non è venuto al mondo per pensare, il frescone, ma per essere felice.</p>
<p>Avendo la casa scoperchiata da un tornado, come in Arizona però a Ladispoli, borbotta “e che sarà mai?”, e scende al bar per l’aperitivo mentre la Protezione civile lo cerca per prestargli soccorso.</p>
<p>Nella produzione giornalistica della destra la fresconeria è importante. Contende il primato all’anima squadrista che massacra le persone, e mentre le massacra le deride (l’olio di ricino, nel tempo, ha preso la forma dell’editoriale).</p>
<p>Lo squadrista è truce, il frescone invece è spesso un bravo ragazzo/ragazza, non ha nessuna intenzione di fare del male, anzi punta tutte le sue carte sul benessere: ma che stai a preoccuparti, ma che vuoi che sia, il mondo è sempre uguale, basta la salute.</p>
<p>Problema: lo squadrista è facile da contraddire, basta dirgli quello che è. Un fascista. Ma il frescone? Il frescone è inespugnabile. Sorride. Ti offre da bere. Guida la maggioranza. Governa.</p>
<div id="atatags-1756137181-64c16fec6cb83"> </div>
<div id="jp-post-flair" class="sharedaddy sd-like-enabled sd-sharing-enabled"> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-26019877882303173002023-07-26T21:28:00.001+02:002023-07-26T21:28:44.245+02:00La complessata di Massimo Gramellini<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisLqe5DL31CHB2FzcJAPcM63XmB1pk-vLgVGF0JvMWkOKBkdV7CKrXO-ubv43QDdw-3d230W7_qsDycOGZbovvc9-65G4Lk1DQp8N0p3hoBXN_QjnssRPA5WxyRSsC6gefu7PTgg/s320/screenshot_1793.jpg" alt="" width="320" height="179" border="0" data-original-height="186" data-original-width="332" /></p>
<p>Mi piacerebbe prendere un caffè con la <strong>dottoressa Bonaventura </strong>del tribunale di <strong>Roma </strong>per approfondire la sua visione del mondo. Fu lei ad assolvere il bidello che aveva toccato il sedere di una studentessa nello stesso tempo impiegato da Jacobs per vincere i 100 metri alle Olimpiadi, sentenziando che <strong>sotto i dieci secondi il palpeggiamento è fugace</strong>, suppongo assimilabile a un gesto di cortesia.</p>
<p><br />Ora la giudice si rivela recidiva, perché dopo il bidello manda<strong> assolto anche il dirigente di museo</strong> accusato da un’impiegata di <strong>saltarle addosso negli sgabuzzini</strong>, sniffandole i capelli al grido di «Quanto mi arrapi». Nella sentenza sta scritto che i colleghi non hanno confermato le accuse dell’impiegata (il museo invece deve averle creduto, visto che ha licenziato il direttore) e tanto dovrebbe bastare per assolvere l’imputato. Invece la magistrata sente il bisogno di aggiungere che <strong>«la ragazza era probabilmente mossa da complessi sul proprio aspetto fisico (segnatamente il peso)»</strong> che l’avrebbero portata a «ritenersi aggredita fisicamente».<br /><br />Per la giudice-psicanalista <strong>una donna sovrappeso è indotta a vedere molestie dove non ci sono</strong>: se il direttore di museo avesse sniffato i capelli a Margot Robbie in uno sgabuzzino gridandole «Quanto mi arrapi», lei lo avrebbe correttamente interpretato come un complimento alla sua marca di shampoo, senza farsi venire strane idee.<br /><br />Sì, vorrei tanto approfondire la visione del mondo della dottoressa Bonaventura. Soprattutto vorrei capire perché si ostini a tradurre questa visione non in saggi o romanzi, ma in sentenze.</p>
<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy3cYxoep8x5h7_TC6AWi2BitKpLdG5KLM4yh72kTpg706NPjtFUyO-qw6DWnt6nGJGBEJ7cLz6ezBeRR6crK7OrcAzOoQGC-70qgrYccKQLz_xGXuOQJk_swuoGbmLSBhwA8u8A/s1600/CORRIERE.jpeg" alt="" border="0" data-original-height="33" data-original-width="119" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-61689581180733100562023-07-26T21:26:00.001+02:002023-07-26T21:26:51.701+02:00Coalizione a ripetere di Marco Travaglio<p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIUKjomeGH9rlA6MJdIIvwQGrBTJl4c5AXvZ1IzU4_sA2Wgvi7t_-VDQp_unUg6qWVntPII9JXBDuHdM2q_uigatmyzwnLBqIts3xcigppupfmLww6xvG5a8i2VakYJeug9XFT/s1600/trav.jpg" alt="Immagine" /></p>
<p>La parabola dei lanzichenecchi che osano disturbare il fine intellettuale sul treno parlando di calcio e figa, narrata da Alain Elkann col sopracciglio e il mignolo alzati da dietro il Financial Times e la Recherche, ha riscosso persino più recensioni delle altre sue dimenticabili opere. Ma lascia inevaso un interrogativo: possibile che la direzione di Repubblica voglia così male al padre del padrone da non cestinare quel pezzo per il suo bene? L’unica risposta è che la direzione sia uguale a lui e non si sia posta proprio il problema dell’harakiri a cui lo (e si) esponeva. Le ultime annate trasudano un odio e un disprezzo per tutto ciò che è popolare (bollato di “populismo”) da far impallidire la Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Da quando il popolo vota all’opposto dei loro sogni, i salotti e le terrazze a mezzo stampa lo insultano per non sforzarsi di capirlo. E a farne le spese è l’unico soggetto che ancora li sta a sentire: il Pd che, a furia di seguirne i consigli, dimezza i voti a ogni elezione. Nel 2011, dopo tre anni e mezzo di B., ha le elezioni in tasca. Ma, su ordine di Napolitano e Rep, si ammucchia con FI nel governo Monti per tener lontani i 5Stelle. Che alle elezioni del 2013 balzano al 25,5%. Basta che Pd e M5S eleggano Rodotà al Colle per governare insieme. Ma Rep e i poteri retrostanti hanno un’idea migliore: Napolitano rieletto e altra ammucchiata Pd-FI-Centro col governo Letta (e poi con Renzi e Gentiloni) per tagliare fuori i lanzichenecchi “grillini”. Che infatti nel 2018 esplodono al 33%.</p>
<p>Di Maio ci prova col Pd. Che però, su ordine di Renzi e Rep, lo getta astutamente fra le braccia di Salvini. Nasce il governo Conte-1. Nel 2019 il Cazzaro Verde lo butta giù per votare subito e governare con “pieni poteri”. Rep è con lui: “Voto subito (ma c’è chi dice no)”, titola scavalcando la Padania. Per fortuna resta sola e, al posto del Salvini-1, nasce il Conte-2, il miglior governo degli ultimi vent’anni. Infatti Rep lo bombarda finché cade. I sondaggi danno ai giallorosa ottime chance nel voto anticipato, invece su ordine di Mattarella e Rep nasce l’ammucchiata Draghi. Che rade al suolo l’asse M5S-Pd e resuscita le destre: Lega e FI tornano al governo e FdI raddoppia i voti in 18 mesi di opposizione solitaria. La sola speranza è un’alleanza Pd-5Stelle, ma Rep la scomunica, Letta obbedisce in nome dell’Agenda Draghi e la Meloni stravince. Ora in Spagna i socialisti guadagnano un milione di voti e fermano la destra difendendo le loro riforme sociali (molto simili all’Agenda Conte) e rifiutando l’ammucchiata col Pp. E cosa consiglia Rep a Sánchez? Di “coalizzarsi col Pp”: una coalizione a ripetere, tipo quelle delle buonanime di Letta e Renzi. Fortuna che in Spagna nessuno legge Rep, sennò i lanzichenecchi di Vox avrebbero già vinto.</p>
<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRN4eo-CZUEfzSL3FzteJrhNtb4KSQuAEPxaD7yLUBYeE78OY96Dpyy0Qau_Su0nwXhgKxQhDwQzW23-Rz9dj9ZMahvCtCdQaHIirQaKM8WgP-S9CuLM8Ng9eKMSyT4mpOg05o/s1600/fqpiccolo.jpg" alt="" border="0" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-85053752648134267802023-07-25T23:59:00.001+02:002023-07-25T23:59:00.152+02:00BuonaNotte/BuonGiorno<p style="margin-left: 80px; text-align: left;"> <img alt="" class="hCL kVc L4E MIw" src="https://i.pinimg.com/564x/cf/05/93/cf0593e6ca9cc4f36e7d856f25685180.jpg" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-28128471199740333752023-07-25T23:07:00.001+02:002023-07-25T23:07:02.173+02:0013 cose che non si devono mai mischiare o prendere insieme<div class="entry-content">
<p> <img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 700px; height: 455px; margin: 0px auto; width: 700px; display: block;" src="https://www.ilmeteo.it/portale/files/giornale/medium/candeggina-180423.jpg" alt="Bari: mischia candeggina e ammoniaca per liberare tubi del bagno, poi accade la tragedia! I dettagli" /></p>
<p>Esistono alcune cose che non si devono <strong>mai mischiare</strong> o assumere contemporaneamente. Vediamo 13 combinazioni da evitare, al fine di risparmiare tempo e denaro, ma soprattutto scongiurare rischi ed incidenti. Innanzitutto non bisogna mischiare alcool e candeggina: la miscela di etanolo ed ipoclorito di sodio genera cloroformio, acido cloridrico, Cloroacetone o Dicloroacetone. Questi composti possono arrecare danni al sistema nervoso, a polmoni, reni, fegato, occhi e pelle; alti livelli di cloroformio possono inoltre causare vertigini, nausea, perdita di coscienza e perfino la morte.</p>
<p>La <strong>candeggina</strong> non deve poi essere mischiata né all’ammoniaca né all’aceto: nel primo caso si rischia di produrre vapori pericolosi per il sistema respiratorio o persino idrazina, una sostanza altamente tossica ed esplosiva; nel secondo si possono avere vapori tossici di cloramina e di cloro e gravi ustioni ad occhi e polmoni. La miscela tra aceto e perossido di idrogeno crea un acido corrosivo, che in concentrazioni elevate, può irritare pelle, occhi, gola, naso e polmoni. Rappresenta uno spreco, invece, mischiare aceto e bicarbonato di sodio in quanto si annullano a vicenda, rendendo la soluzione inutile.</p>
<p>L’assunzione contemporanea di ibuprofene ed alcol danneggia il rivestimento dello stomaco e può causare emorragie interne ed ulcere; ingerire simultaneamente paracetamolo e <strong>alcol</strong> può arrecare danni, anche letali, al fegato. Gli antibiotici ciprofloxacina, levofloxacina e tetraciclina non devono essere mischiati ai prodotti caseari: il calcio impedisce ai farmaci di essere assorbiti dall’organismo, riducendone l’efficacia. Il pompelmo interferisce con gli enzimi nello stomaco chiamati a metabolizzare le medicine: conseguentemente si innalza il livello delle sostanze chimiche nel sangue e si ha un sovradosaggio. </p>
<p>Non devono essere poi mischiati latte e bevande energetiche in quanto acidi e proteine provocano il vomito. Cambiando campo, la miscela di retinolo ed acido glicolico può causare irritazione cutanea in quanto presentano pH diversi. Il retinolo non deve essere neppure associato alla luce solare perché rischia di provocare scottature. Infine, non si devono mischiare le <strong>batterie</strong> di diverse marche al fine di impedire la fuoriuscita dell’acido: le diverse composizioni chimiche, se unite, possono essere potenzialmente dannose.</p>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-88685264850825848472023-07-25T22:45:00.001+02:002023-07-25T22:45:01.643+02:00Il luogo più caldo della Terra<p data-qr-debug="false" data-qr-index="0" data-qr-reading-time="11.64" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="5056"><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 760px; height: 428px; margin: 0px auto; width: 760px; display: block;" src="https://www.viaggi-usa.it/wp-content/uploads/2017/07/copertina-1.jpg" alt="Clima e temperature Death Valley: qual è il periodo migliore per la visita? - Viaggi-USA" /></p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="0" data-qr-reading-time="11.64" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="5056">Da diversi giorni negli Stati Uniti come in altri paesi del mondo si stanno registrando temperature massime molto al di sopra della media per questo periodo dell’anno. Nel weekend nella Death Valley, un parco nazionale che si trova in California ed è generalmente considerato il posto più caldo della Terra, il Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti ha registrato temperature intorno ai 53 °C.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="1" data-qr-reading-time="14.55" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="1690317748938" data-qr-elem-last-intersection-time="1690317751045" data-qr-elem-total-expose-time="6602">Queste temperature, eccezionali anche per la Death Valley, hanno attirato decine di turisti nella zona. Molti di loro sono andati a Furnace Creek, un’area del parco dove si trova il centro visitatori con un grande termometro digitale esposto, nella speranza di documentare le temperature straordinariamente elevate di questi giorni con foto e selfie. Secondo alcune previsioni la temperatura potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi giorni, superando il record di 56,7 °C che viene fatto risalire a più di un secolo fa.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="2" data-qr-reading-time="13.64" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="27965">Finora la temperatura più alta sulla superficie della Terra ufficialmente registrata risale al 10 luglio del 1913, quando nella Death Valley furono raggiunti i 56,7 °C. Non tutti i meteorologi ritengono affidabile quella misurazione, ma il record del 1913 fu ufficializzato dopo uno studio del 2013 dell’Organizzazione meteorologica mondiale, che giudicò non affidabile la temperatura di 58 °C registrata erroneamente nel settembre del 1922 in Libia, a cui apparteneva il record fino a quel momento.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="3" data-qr-reading-time="16.91" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="1690317764567" data-qr-elem-last-intersection-time="1690317767344" data-qr-elem-total-expose-time="9825">Temperature simili sono state rilevate poche altre volte negli anni e quasi sempre nella Death Valley. Daniel Swain, climatologo dell’Università della California, ha spiegato al <em>New York Times</em> che potrebbero esserci luoghi più caldi della Death Valley, come alcune parti del Sahara, che però sono troppo remoti per un monitoraggio affidabile. Secondo gli standard stabiliti dall’Organizzazione meteorologica mondiale infatti i termometri devono essere schermati dal sole e sollevati dal suolo, come quelli ufficiali utilizzati nella Death Valley. Tenendo conto di queste valutazioni la valle è attualmente considerata il posto più caldo della Terra.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="5" data-qr-reading-time="17.82" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="11927">La Death Valley è una depressione desertica nella parte est della California, al confine con il Nevada. Le alte temperature dipendono dalla profondità e dalla forma della valle, che è lunga e stretta, si trova a circa 86 metri sotto il livello del mare ed è circondata da alte catene montuose. Il nome, che in italiano significa Valle della Morte, era stato dato a questa zona da un gruppo di colonizzatori che vi si persero attorno alla metà del 1800: uno solo di loro morì ma gli altri temettero di non sopravvivere proprio per le dure condizioni climatiche.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="6" data-qr-reading-time="15.09" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="13769">La particolare conformazione della Death Valley favorisce l’accumulo di aria calda al suolo, rallentandone gli scambi con quella circostante, spesso stagnante. Le regioni desertiche che confinano con la Death Valley, specialmente a est e a sud, portano aria già calda verso la valle, pressoché priva di vegetazione e rocciosa. Nelle giornate d’estate le temperature raggiungono spesso i 49 °C, anche all’ombra, e di notte scendono intorno ai 30 °C. D’inverno invece sono più miti e si avvicinano ai 20 °C durante il giorno.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="7" data-qr-reading-time="7.45" data-qr-user-elem-full-visible="1" data-qr-elem-last-start="0" data-qr-elem-last-intersection-time="0" data-qr-elem-total-expose-time="4064">In questi giorni il termometro di Furnace Creek è arrivato a misurare 55° C, un po’ di più dei 53 registrati ufficialmente, per via della costante esposizione al sole che gli fa rilevare alcuni gradi in più rispetto a quelli reali.</p>
<p data-qr-debug="false" data-qr-index="8" data-qr-reading-time="24.91" data-qr-user-elem-full-visible="0" data-qr-elem-last-start="1690317782137" data-qr-elem-last-intersection-time="1690317782723" data-qr-elem-total-expose-time="3745">La valle si può visitare tutto l’anno ma d’estate può essere particolarmente pericoloso fare escursioni per via del caldo molto intenso, che può causare forti insolazioni o altri malori, e in casi più rari anche la morte. Ogni anno più di un milione di turisti visita il parco, molti di loro tra luglio e agosto, e per prevenire possibili situazioni di pericolo sul <a href="https://www.nps.gov/deva/index.htm">sito ufficiale</a> della Death Valley vengono pubblicati quotidianamente aggiornamenti sulle condizioni meteo, eventuali restrizioni e avvisi, e tutte le informazioni necessarie per organizzare in sicurezza i viaggi nella valle. Tra queste per esempio è consigliato pianificare qualsiasi tipo di escursione prima delle dieci di mattina oppure dopo le quattro del pomeriggio, così come è scritto anche sui cartelli segnaletici che si trovano lungo il percorso, e in particolare condizioni alcuni sentieri possono essere chiusi.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-12005220248560201492023-07-25T21:07:00.001+02:002023-07-25T21:07:34.462+02:00L’Overshoot Day mondiale quest’anno è il 2 agosto<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 720px; height: 360px; margin: 0px auto; width: 720px; display: block;" src="https://www.slowfood.it/wp-content/uploads/2020/08/OsservatorioVEGANOK-82.png" alt="Earth Overshoot Day 2020 arriva in ritardo, ma il merito non è dell'uomo" /> </p>
<p>Si tratta del giorno in cui il mondo esaurisce le risorse dell’anno. Nel 2022 era caduto il 28 luglio.</p>
<div class="article-content">
<p>Nel 2023 cade mercoledì 2 agosto l’<strong>Earth Overshoot Day</strong>, la data in cui la domanda di risorse naturali a livello mondiale supera quello che la Terra può rigenerare in un anno. Una scadenza che l’Italia ha già superato il 15 maggio. Lo scrive sul suo sito il think-tank <strong>Global Footprint Network</strong>, che calcola l’Overshoot Day per i singoli paesi e per l’intero pianeta.</p>
<h2><strong>Nel 2022 era arrivato il 28 luglio</strong></h2>
<p>La Giornata è calcolata dividendo la biocapacità della Terra (l’ammontare di risorse ecologiche che il Pianeta è in grado di generare in quell’anno) per l’impronta ecologica dell’umanità (cioè la domanda dell’umanità per quell’anno) e moltiplicando il risultato per 365, il numero di giorni dell’anno. Dopo l’Overshoot Day, un singolo paese (o l’insieme di 180 paesi mondiali) comincia a consumare le risorse che dovrebbero essere utilizzate in futuro. Nel 2022 era arrivato il 28 luglio. Il miglioramento di cinque giorni del 2023 è dovuto per quattro giorni a un miglioramento degli strumenti di calcolo del Global Footprint Network e solo per un giorno alla riduzione dello sfruttamento delle risorse.</p>
<p> </p>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-87657921855142752472023-07-25T20:52:00.001+02:002023-07-25T20:52:30.293+02:00fenomeni climatici attesi, tutti dovremmo preoccuparci <p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" src="https://images.agi.it/pictures/agi/agi/2023/07/25/142206011-34ba4993-112f-4466-8345-cca449c1fd4c.jpeg" alt="tozzi clima pioggia caldo" /></p>
<p>L'Italia è divisa in due. Il<strong> nord</strong> è stravolto dal<strong> maltempo - </strong>una ragazza di 16 anni che partecipava a un campo scout è morta dopo che un albero è caduto sulla tenda in cui stava dormendo nel <strong>Bresciano</strong> -, mentre il <strong>centro-sud</strong> del <strong>Paese </strong>è colpito da un'ondata di caldo africano, a <strong>Roma</strong> in poco più di 24 ore sono almeno 17 le persone svenute al <strong>Colosseo </strong>per le alte temperature. Ma perché avviene tutto questo? L'AGI ne ha parlato con Mario Mario Tozzi, 63 anni, geologo, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo italiano. </p>
<p><strong>Cosa sta succedendo professore?</strong></p>
<p>Sta accadendo quanto gli scienziati specialisti del clima ci dicono ormai da parecchio tempo e ce lo dicono nella stragrande maggioranza di casi, nella quasi totalità. E cioè che c'è un cambiamento climatico anomalo rispetto al passato, accelerato e globale, ma che poi questo cambiamento in certe regioni particolari - come l'Italia - può assumere queste caratteristiche apparentemente opposte: da un lato la siccità, la desertificazione e quindi anche gli incendi, e dall'altro invece le precipitazioni. È esattamente quello che era stato previsto.</p>
<p><strong>Da cosa dipende?</strong></p>
<p>Dipende in entrambi i casi dall'eccessiva quantità di calore in atmosfera, che da un lato viene evacuata attraverso perturbazioni metrologiche a carattere violento che permettono per esempio chicchi di grandine grossi come pesche, perché sono le correnti calde e ascensionali che li tengono in aria così tanto da farli accrescere in quella maniera, e dall'altro invece l'alterazione del ciclo dell'acqua e le temperature troppo alte che portano la siccità.</p>
<p><strong>Gli ambientalisti mettono sul banco di accusa l'eccessiva antropizzazione delle coste, l'abuso indiscriminato del suolo. È d'accordo con questa tesi? </strong></p>
<p>Non lo fanno mica gli ambientalisti, lo fanno tutti gli studiosi, i ricercatori, lo fa l'ISPRA, che è l'istituto superiore che abbiamo in Italia per queste cose, che ci certifica un consumo di suolo non comune all'Europa. Circa uno o due metri quadrati ogni secondo di suolo vergine che passa vanno e poi finiscono a essere asfalto cemento, ad aumentare l'incapacità del terreno di assorbire l'acqua in profondità, di infiltrarsi, gli ambientalisti possono dire quello che vogliono, questi sono dati e i dati ci dicono che il maltrattamento del territorio ha tramutato in catastrofi quelli che sarebbero stati eventi naturali, seppure eventi naturali di portata non paragonabile con il passato anche se oggi sempre più frequenti.</p>
<p><strong>Cosa pensa del fenomeno dell'eco-ansia o dell'ansia climatica?</strong></p>
<p>Non ne penso assolutamente niente. Nel senso che, francamente, se io avessi chiara la situazione che ci descrivono tutti gli scienziati del clima, gli specialisti, e se ce l'avessero chiara pure le persone, tutti dovremmo essere ansiosi. Ma non tanto perché la cosa sia insormontabile, potrebbe anche essere affrontata e voglio dire pure mitigata o risolta addirittura. Ma dovremmo essere ansiosi per il fatto che nessun politico degno di questo nome al mondo ha l'idea di azzerare le emissioni come suggeriscono gli scienziati, anzi si fa tutto al contrario, si continua a dare carburante, come si vuole, sotto forma di sussidi pubblici in tutte le maniere al gas, al petrolio, al carbone. Tutto questo è francamente insopportabile, gli studiosi dicono che il 90% del carburante e il 90% del petrolio dovrebbero rimanere sottoterra se volessimo stare entro un grado e mezzo di incremento della temperatura nel prossimo futuro. E invece qui continuano a investire per prelevare tutto il possibile, così non funziona.</p>
<p><strong>Cosa può fare appunto la politica? Cosa possiamo fare noi cittadini per cercare di frenare quanto meno questo cambiamento?</strong></p>
<p>Noi cittadini possiamo fare delle cose, ma non sono le più importanti. Certo, ognuno di noi può contribuire. Per esempio, può spostarsi con vetture che non siano inquinanti. Può utilizzare energie rinnovabili, può viaggiare col treno invece che con l'aereo. Tutte cose buone da farsi che riducono la nostra impronta di anidride carbonica: ogni italiano emette circa 7 tonnellate di anidride carbonica all'anno e, comportandosi in quella maniera, le può dimezzare. Ma devono mettersi d'accordo i governi a livello mondiale: un accordo serio, non come quello di Parigi che è un accordo volontario dove ognuno sostanzialmente controlla solo se stesso. Se non si mettono d'accordo tutti i governi mondiali non ne usciamo. Se le multinazionali non decidono finalmente di non massimizzare più i profitti a qualsiasi costo non andiamo da nessuna parte. Se gli stati nazionali non definiscono i comportamenti virtuosi non andiamo da nessuna parte. Noi possiamo fare la nostra parte, per carità è sempre bene farlo, ma se manca tutto il resto non ci spostiamo.</p>
<p><strong>Da quando siamo piccoli abbiamo sempre sentito parlare di glaciazioni e desertificazioni. La Terra sta per caso preparando eventi di questo tipo, che magari non vedremo noi ma vedranno i nostri figli o i nostri nipoti?</strong></p>
<p>Il clima sulla Terra cambia per cinque ragioni. Quattro sono ragioni di lungo periodo o lunghissimo periodo, migliaia o decine di migliaia di anni. Una di queste è le cause antronomiche che provocano appunto quelle glaciazioni che abbiamo avuto due milioni di anni fa. Quelle dipendono dalle perturbazioni nelle caratteristiche astronomiche della Terra, quelle funzionano sempre, sono sempre in atto come anche il sole, le correnti oceaniche, la posizione dei continenti, va sempre bene. Ma c'è solo un parametro che muta in tempi brevissimi, decine di anni o secoli, ed è la presenza di gas serra, di anidride carbonica per intenderci, in atmosfera. Sugli altri parametri noi non possiamo fare niente, non è che possiamo modificare l'orbita della terra o le correnti oceaniche, ma certamente possiamo preoccuparci dell'immediato presente e su questo siamo noi gli attori e i responsabili.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-91244652784244652672023-07-25T20:43:00.001+02:002023-07-25T20:43:19.827+02:00La ricchezza obbligatoria di Michele Serra<p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhouNPbvDM3Mm2FaOnp_P0d_ALusoinx6USC_JQIvC8hjsyKOisKl7odGX4pC8SFGIoGh3jpc27ZrgHf6lCkf15A4L5P_hMi-_qNeSSIdK3W1WXtJ8cfUljBzvOHT5QUto4rfTQ/s1600/4547788776_e683c647a5_m.jpg" alt="" width="120" height="145" border="0" /></p>
<p>Della vicenda Santanchè mi sono fatto questa idea: che i soldi, in certi ambienti, sono considerati un diritto. La proporzione tra lavoro e denaro, tra merito e successo salta. Ci sono persone che si iscrivono all’Albo dei Ricchi a Prescindere, e non mollano la presa a nessun costo.</p>
<p>Essere ricchi per loro non è una conquista, una fortuna che capita, una ricompensa della fatica e del talento: è una decisione. Dicono a se stessi: io sono ricco perché così mi va di essere — e la cosa fantastica è che gli altri ci credono.</p>
<p>L’accesso al credito per loro è un’ovvietà indiscutibile. Io (come tanti) lavoro da quasi mezzo secolo, e nel mio piccolo ho avuto visibilità e successo: ma se vado sotto di mille euro in banca, la banca mi telefona, e gentilmente me lo fa presente.</p>
<p>C’è una cerchia di italiani che si sottrae a questa regola e non ho mai capito come — se per le amicizie, per l’abilità, per la capacità di vendersi. Vive al di sopra delle proprie possibilità, e per dirla tutta anche dei propri meriti professionali. Può “andare sotto” di milioni di euro senza fare una piega.</p>
<p>Ma ce la fa, ci riesce, come se fosse considerata solvibile non per come si comporta, non per quello che produce (siamo in una società di mercato oppure no?) ma per come si presenta in società. Per quello che dice di essere.</p>
<p>Se le regole fossero uguali per tutti, per tutti sarebbe uguale far quadrare i conti, e pagare pegno alla voragine dei debiti. Ma non funziona così. Ci sono persone che camminano avendo sotto i piedi il baratro economico, però spavaldi, e sorridendo. Gli esseri umani sono un mistero irrisolto.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-86551335755017705832023-07-25T20:41:00.001+02:002023-07-25T20:41:10.627+02:00Ritorno a Capalbio di Massimo Gramellini <p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisLqe5DL31CHB2FzcJAPcM63XmB1pk-vLgVGF0JvMWkOKBkdV7CKrXO-ubv43QDdw-3d230W7_qsDycOGZbovvc9-65G4Lk1DQp8N0p3hoBXN_QjnssRPA5WxyRSsC6gefu7PTgg/s320/screenshot_1793.jpg" alt="" width="320" height="179" border="0" data-original-height="186" data-original-width="332" /></p>
<p>Ci sono parole che dovrebbero scomparire dal vocabolario della sinistra. La prima è Capalbio, splendida località toscana che per tutto un complesso di cose è diventata simbolo di progressismo languido e del distacco dei demo-aristocratici dal popolo che un tempo li votava. Osservati da Capalbio, i vasti problemi che agitano il mondo (lambendo anche Capalbio) si riducono a vuoto esercizio di stile. In bocca ai patrioti della maggioranza, Capalbio è un marchio di infamia snobistica, un modo di dire e di sfottere. Ecco perché, quando l’onorevole Calenda (che per quelli di sinistra non è di sinistra, ma per quelli di destra sì) s’è lamentato della plastica presente nelle acque di Capalbio, ho pensato alla spiaggia pop di Coccia di Morto, resa celebre dal film «Come un gatto in tangenziale». Lì la plastica è parte integrante del paesaggio, esistono piccoli templi di cotton fioc a essa dedicati.</p>
<p>A naso, la rinascita della sinistra potrebbe utilmente ripartire dalla denuncia della plastica di Coccia di Morto. Non perché quella di Capalbio sia più sostenibile per il pianeta, ma perché qualunque richiamo a Capalbio da parte di un politico di sinistra è ormai insostenibile. Il vero colpo basso in grado di ribaltare i sondaggi sarebbe trascinarvi la Meloni con l’inganno e immortalarla tra le sdraio democratiche dell’«Ultima spiaggia». Sempre che Calenda, intento a litigare in acqua con i pezzi di plastica, riesca a tornare a riva in tempo per scattarle una foto.</p>
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<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy3cYxoep8x5h7_TC6AWi2BitKpLdG5KLM4yh72kTpg706NPjtFUyO-qw6DWnt6nGJGBEJ7cLz6ezBeRR6crK7OrcAzOoQGC-70qgrYccKQLz_xGXuOQJk_swuoGbmLSBhwA8u8A/s1600/CORRIERE.jpeg" alt="" border="0" data-original-height="33" data-original-width="119" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-64737690616564947122023-07-25T20:37:00.001+02:002023-07-25T20:37:46.592+02:00Alain e i giovani d’oggi di Marco Travaglio<p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIUKjomeGH9rlA6MJdIIvwQGrBTJl4c5AXvZ1IzU4_sA2Wgvi7t_-VDQp_unUg6qWVntPII9JXBDuHdM2q_uigatmyzwnLBqIts3xcigppupfmLww6xvG5a8i2VakYJeug9XFT/s1600/trav.jpg" alt="Immagine" /></p>
<p>Non ci sono parole per denunciare il vile agguato subìto da Alain Elkann sul treno Italo Roma-Foggia. È lui stesso a narrarne le drammatiche sequenze in un “breve racconto d’estate” che, visto l’autore (il padre del padrone) e soprattutto la prosa (notevoli le virgole tra soggetti e verbi), Repubblica ha collocato in Cultura sotto lo straziante titolo “Sul treno per Foggia con i giovani ‘lanzichenecchi’”. L’orda barbarica che ha proditoriamente funestato il suo viaggio in prima classe era composta dal vicino, “un ragazzo di 16-17 anni, T-shirt bianca con scritta colorata, pantaloncini corti, zainetto verde e iPhone con cuffia per ascoltare musica”; e, nelle altre file, da “altri ragazzi della stessa età, vestiti più o meno allo stesso modo… Alcuni avevano in testa (anziché su un ginocchio o su un gomito, ndr) il classico cappello di tela con visiera da giocatore di baseball di colori diversi” e, quel che è peggio, “avevano tutti o le braccia o le gambe o il collo con tatuaggi piuttosto grandi”. Un dress code premeditato con cura dai manigoldi per molestare l’Elkann, che indossava, “malgrado il caldo, un vestito stazzonato di lino blu e una camicia leggera”. E portava una curiosa “cartella di cuoio marrone” (il cuoio di solito è viola a pois fucsia) “dalla quale ho estratto il Financial Times, New York Times e Robinson, l’inserto culturale di Repubblica” (La Stampa no: ci scrive da trent’anni, ma non la legge). Ma pure “il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust”, che “stavo finendo di leggere in francese” (anziché nella comoda traduzione in foggiano). Ma le estrazioni non sono finite: “Ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica” (non con quella di un altro, o con un più pratico stiletto acuminato per tavolette cerate sumere).</p>
<p>Che faceva intanto l’orda lanzichenecca al cospetto di cotanto intellettuale in lino blu? Si raccoglieva in religioso silenzio sbirciando di straforo il Financial Times o la Recherche? Magari: “Erano totalmente indifferenti alla mia persona, come se fossi un’entità trasparente” (strano, un tipo così alla mano). E “parlavano ad alta voce”: non dei listini di Borsa o de l’amour de Swann, ma “di calcio” e “ragazze” da “cercare in spiaggia” o “nei night” (ma noi giureremmo che abbian detto “tabarin” e “café chantant”). Dicevano financo “parolacce” e “nessun passeggero diceva nulla”, forse per “paura di quei ragazzi tatuati”, ergo capaci di tutto. Lui, riavutosi dalla scoperta scioccante che “per andare a Foggia bisogna passare per Caserta e Benevento”, anziché da Chamonix, è sceso a Foggia. E “nessuno mi ha salutato”. Ma lui, furbo, “non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani ‘lanzichenecchi’ senza nome”. Tiè: così imparano.</p>
<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRN4eo-CZUEfzSL3FzteJrhNtb4KSQuAEPxaD7yLUBYeE78OY96Dpyy0Qau_Su0nwXhgKxQhDwQzW23-Rz9dj9ZMahvCtCdQaHIirQaKM8WgP-S9CuLM8Ng9eKMSyT4mpOg05o/s1600/fqpiccolo.jpg" alt="" border="0" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-35223606366219113492023-07-24T23:59:00.001+02:002023-07-24T23:59:00.153+02:00BuonaNotte/BuonGiorno<p style="margin-left: 80px; text-align: left;"> <img alt="" class="hCL kVc L4E MIw" src="https://i.pinimg.com/564x/0f/b0/c2/0fb0c29f6a7c2a606f5379a48eeedb09.jpg" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-24396979940958103862023-07-24T21:48:00.001+02:002023-07-24T21:48:33.312+02:00I relitti in fondo al mare sono più di tre milioni<p><img class="img-fluid entry-cover-img" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" src="https://www.key4biz.it/wp-content/uploads/2023/07/relitti--480x240.png" alt="I relitti in fondo al mare sono più di tre milioni" /></p>
<h2>Ma finora è stato esplorato meno dell’1% di tutte le navi affondate</h2>
<p>Quando ci riferiamo ai ritrovamenti che raccontano la storia dell’umanità è quasi immediato pensare ai numerosi <strong>siti archeologici</strong> sulla terraferma. Senza riflettere abbastanza sul fatto che numerose informazioni sullo sviluppo delle civiltà possono arrivare anche da ciò che si trova nelle <strong>profondità degli oceani</strong>. L’Unesco stima che nel mondo siano oltre <strong>tre milioni</strong> i <strong>relitti in fondo al mare</strong>. Navi affondate a causa di <strong>naufragi, battaglie </strong>o attentati che, in certi casi, riposano negli abissi da secoli. Il <em>Dictionary of Disasters at Sea</em> elenca più di <strong>12mila</strong> velieri e navi da guerra affondati negli oceani solamente tra il 1824 e il 1962.</p>
<p>Sotto l’acqua è nascosta un’impressionante quantità di tracce sulle civiltà del passato e, probabilmente, anche diversi preziosi tesori perduti. Un patrimonio enorme, che tuttavia è quasi completamente ignoto: secondo la <em>Global Foundation for Ocean Exploration</em> meno dell’<strong>1%</strong> dei tre milioni di relitti in fondo al mare è stato finora <strong>esplorato</strong>.</p>
<h2>Navi affondate, la maggior parte è nell’Oceano Atlantico</h2>
<p>Se si considerano i dati relativi ai 300 naufragi più recenti avvenuti nel mondo, spetta all’<strong>Oceano Atlantico</strong> il titolo di mare con il maggior numero di relitti in fondo al mare. Il primato dell’Atlantico (almeno per quanto riguarda i naufragi più recenti) si spiega facilmente: da questo oceano passano numerosissime rotte che collegano il Nord e il Sud America ed è il secondo specchio d’acqua più ampio del pianeta. Dei 300 naufragi avvenuti di recente (al febbraio 2023), <strong>25</strong> si sono verificati nell’Oceano Atlantico.</p>
<p>Il secondo mare per numero di naufragi recenti è il <strong>Mar Meridionale Cinese</strong> (17); seguono il <strong>Mar Nero</strong> e l’<strong>Oceano Pacifico</strong> (13), il Mar Cinese Orientale (12), lo Stretto di Taiwan (10), l’Oceano Indiano e il Mar Mediterraneo (9). Nonostante sia uno specchio d’acqua dalla superficie esigua (rappresenta meno dell’1% del totale dei mari della Terra), il Mar Mediterraneo è estremamente pericoloso ed è scenario di numerose tragedie legate ai fenomeni migratori.</p>
<h2>Morti nel Mar Mediterraneo: oltre 26 mila in dieci anni</h2>
<p>Secondo l’<strong>Oim</strong> (Organizzazione internazionale per le migrazioni), dal 2014 al 2023 sono morte nel <strong>Mediterraneo</strong> oltre <strong>26mila persone</strong>. Questi sono i dati ufficiali, anche se è molto probabile si verifichino naufragi che restano invisibili e sfuggono ai conti. Nonostante un bilancio di vittime già pesantissimo, in molti credono che il numero delle morti sia sottostimato. La principale strage nel Mediterraneo, da cui passa la rotta migratoria che collega la <strong>Libia</strong> all’Italia – una delle più mortali del mondo – è quella del <strong>3 ottobre 2013</strong>, che portò a<strong> 368 morti</strong> e circa venti dispersi a causa del rovesciamento di un barcone a mezzo miglio dalle coste di<strong> Lampedusa</strong>.</p>
<h2>Il naufragio del Titanic è il più celebre della storia</h2>
<p>Nonostante si verifichino affondamenti ancora oggi, i più importanti e tristemente noti per i loro aspetti tragici sono avvenuti principalmente in passato. Il più celebre, per vari motivi, è naturalmente quello dell’<strong>RMS Titanic</strong>. Come noto, quella che agli inizi del ‘900 era considerata la nave più imponente che avesse mai solcato gli oceani, ritenuta perfino <strong>inaffondabile</strong>, colpì un iceberg durante la notte del <strong>15 aprile 1912</strong> a largo dell’isola canadese di <strong>Terranova</strong>. Morirono circa 1.500 persone. La fama del transatlantico, alimentata da libri, film e documentari, dura ancora oggi. Di recente si è tornato a parlare di frequente del Titanic, con la copertura mediatica sulla vicenda del <strong>Titan</strong>, il batiscafo della società americana<strong> OceanGate</strong>, imploso durante una missione di esplorazione del relitto del transatlantico.</p>
<h2>L’affondamento della Wilhelm Gustloff: il più mortale di sempre</h2>
<p>Un altro celebre naufragio fu quello dell’<strong>RMS Lusitania</strong>. La nave venne attaccata da un sottomarino tedesco il 7 maggio 1915, al largo delle coste dell’<strong>Irlanda</strong>. Morirono oltre mille persone tra equipaggio e passeggeri. Il primato di disastro marino più mortale di sempre spetta però alla<strong> Wilhelm Gustloff</strong>, una nave passeggeri tedesca affondata nel <strong>Bar Baltico</strong> da parte di un sommergibile sovietico, il 30 gennaio 1945, nel corso della <strong>Seconda Guerra Mondiale</strong>. Morirono 9.400 persone ed è tutt’ora il naufragio con il maggior numero di vittime di sempre.</p>
<h2>Relitti in fondo al mare, il più antico conosciuto ha oltre 4 mila anni</h2>
<p>Il <strong>più antico relitto conosciuto</strong> è stato localizzato vicino all’isola greca di <strong>Dokos,</strong> nel <strong>mar Egeo</strong>. Della nave, risalente al periodo elladico, del 2.200 a.C. circa, essendo da tempo deteriorata, non furono ritrovati resti. Ma fu possibile risalire al naufragio recuperando numerosissimi (oltre 15 mila) artefatti in ceramica che la nave trasportava. La scoperta fu del fotoreporter <strong>Peter Throckmorton</strong>, che rinvenne diversi vasi in ceramica a largo di Dokos il <strong>23 agosto 1975</strong>, a una profondità compresa tra i 15 e i 30 metri. Grazie alla collaborazione con le autorità greche, tra il 1975 e il 1977 fu possibile portare avanti ricerche che portarono a un’accurata datazione del sito, che consentì di far risalire i reperti a un periodo compreso proprio tra il 2.700 e il 2.200 a.C.</p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-44101032125307903712023-07-24T21:46:00.001+02:002023-07-24T21:46:42.218+02:00Twitter, addio. Musk gli ha cambiato nome e logo in “X” <p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 750px; width: 750px; height: 489px; margin: 0px auto; display: block;" src="https://www.adnkronos.com/resources/0283-18914ca9063e-320c58688c17-1000/format/big/twitter_x.jpeg" alt="Twitter cambia logo e diventa X, addio all'iconico uccellino blu" /></p>
<p>Elon Musk ha rivelato che Twitter sta per essere sostituito da X, un nome composto da una sola lettera per indicare “l’app per ogni cosa” e che modificherà profondamente il social dell’uccellino blu. Musk ha anche detto che l’indirizzo X.com ora rimanda a Twitter.com.</p>
<h4>La fine di Twitter per come lo conosciamo</h4>
<p>Il 23 luglio, Musk ha twittato: “<em>Presto daremo l'addio al marchio Twitter e, gradualmente, a tutti gli uccelli</em>”, quindi ha introdotto il nuovo logo che ha adottato anche come foto profilo.</p>
<p>Linda Yaccarino, amministratrice delegata di Twitter che si occupa soprattutto delle operazioni commerciali della piattaforma, ha spiegato un po’ meglio in cosa consisterà il cambiamento di Twitter in X.</p>
<p>Yaccarino ha detto: “<em>X è lo stato futuro dell'interattività illimitata - incentrata su audio, video, messaggistica, pagamenti/attività bancarie - creando un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità. Alimentata dall'intelligenza artificiale, X ci collegherà tutti in modi che stiamo appena iniziando a immaginare</em>.”</p>
<p>Musk è intervenuto in uno Spazio intitolato “Nessuno parla finché non evochiamo Elon Musk” dicendo che il 24 luglio avrebbe cambiato il logo di Twitter e che stavano rimuovendo con la fiamma ossidrica quello vecchio dalla sede del social. Il nuovo logo è stato poi mostrato con un effetto luminoso sull’edificio.</p>
<p>Il logo nella versione web di Twitter è stato cambiato nel corso di questa mattina del 24 luglio (orario italiano). Al posto dell'uccellino blu compare la X bianca.</p>
<p>“X” è un nome già usato nel 1999 da Musk per una banca online diventata nel 2000 PayPal, dopo la fusione con l’azienda software Confinity. La “X si trova anche in SpaceX, l’azienda aerospaziale di Musk, e in xAi, la nuova società di Intelligenza Artificiale che "<em>avrà lo scopo di comprendere la vera natura dell’universo</em>”. Twitter di fatto ha già profondi legami con la lettera “X” perché, a marzo del 2023, Musk ha fondato X Corp, la società che possiede Twitter.</p>
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<div class="photo"><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" src="https://dday.imgix.net/system/uploads/news/square_crop_img/46400/b242d5_small_vove_copia.jpg?w=360&h=280&fit=crop&s=ecec12e2928713e339cbf23ae9314b15" alt="" data-image="23xuk3m21doi" /></div>
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<h4>Elon Musk ha fondato xAI, la società con la quale “comprendere la vera natura dell’universo”</h4>
<p class="read-more"> </p>
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<p class="copy"> </p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-64625494027582167512023-07-24T21:41:00.001+02:002023-07-24T21:41:29.923+02:00Pagare con il palmo della mano. Amazon lo lancia nei suoi negozi di food negli Usa<div class="container mt-0">
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<div class="entry-content col-12 col-lg-8 px-3 px-lg-0 pr-lg-5 pt-0 pb-5 border-right">
<p style="text-align: center;"><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 560px; height: 372px; margin: 0px; width: 560px;" src="https://distribuzionemoderna-lemmon.softecspa.net/distribuzione-moderna/lemmon/media/images/files/511c/17df/-a6a/3-47/dd-b/ef8-/1d3e/7a2f/abb9/original/Amazon-One-Pay-By-Palm-Altavia-1.jpeg?1620403311" alt="Amazon One, arriva il pagamento con il palmo della mano | Distribuzione Moderna" /></p>
<p style="text-align: center;"> </p>
<p style="text-align: center;">Inserisci una sola volta la carta di credito o di debito per effettuare il processo di registrazione scansionando il palmo della mano su un dispositivo <em>Amazon One</em>. Le prossime volte per pagare in un negozio di <strong>Whole Foods di Amazon </strong>basterà solo avvicinare il palmo della mano al device di Amazon One. </p>
<p>Funziona così la tecnologia di Amazon che consente di pagare con il sistema di riconoscimento del palmo nei suoi negozi di food. </p>
<p><em>“Entro la fine di quest’anno, tutte le oltre 500 sedi del Whole Foods Market negli Stati Uniti offriranno Amazon One per il pagamento, non avranno più bisogno del loro portafoglio o anche di un telefono per pagare”,</em> ha comunicato la società.</p>
<p>Amazon ha lanciato la tecnologia nel 2020 ed è attualmente disponibile in oltre 200 negozi Whole Foods.</p>
<p>Amazon One ha partnership con American Express, Discover, MasterCard, Visa e le principali banche negli Stati Uniti, consentendo ai titolari di carta di utilizzare Amazon One.</p>
<h2><strong>Ecco come funziona?</strong></h2>
<p>Amazon One utilizza più caratteristiche di un palmo per identificare ogni persona che utilizza il servizio. Quando tieni il palmo della mano sul dispositivo Amazon One, la tecnologia valuta più aspetti del palmo della mano per identificare che sei tu. Le telecamere nell’hardware catturano i dettagli dell’area superficiale come linee e creste della cute, così come caratteristiche sottocutanee come i modelli di vene. Non ci sono due palmi uguali, quindi analizza più attributi e seleziona gli identificatori più distinti per creare la “firma unica del palmo”.</p>
<p>Amazon ha scelto il palmo della mano al posto dei dati biometrici <em>“perché non è possibile determinare l’identità di una persona dall’immagine del palmo”, </em>scrive Amazon.</p>
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<p style="text-align: center;"> </p>
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<div class="entry-sidebar col-12 col-lg-4 mt-1 mt-md-3 pl-2 pr-2 pl-lg-5">
<h2 class="align-center mb-1"> </h2>
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</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-84605838378795198322023-07-24T21:15:00.001+02:002023-07-24T21:15:48.177+02:00Alla scoperta del microbioma: cos'è e perché è così importante per il corpo<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 700px; height: 465px; margin: 0px auto; width: 700px; display: block;" src="https://cloud1.nurse24.it/images/dossier/salute_microbiota_intestinale.jpg" alt="Microbiota e microbioma, che differenza c'è e quali funzioni hanno" /></p>
<p>Probabilmente si è sentito nelle pubblicità o da qualche nutrizionista, ma non si sa dire esattamente <strong>cosa sia il microbioma</strong>. Quando sentiamo parlare di <strong>flora batterica</strong> siamo più preparati: ci immaginiamo un <strong>microcosmo</strong> presente nel nostro intestino con svariate funzioni che c'entrano col nostro benessere. Questo termine, che rende bene l'idea, non è del tutto esatto. Quello scientificamente corretto è, appunto, <strong>microbioma o microbiota</strong> (cioè microvita), che indica l'insieme dei microbi e dei loro geni presenti nell'intestino. Questo universo, perché i <strong>microbi</strong> presenti nel nostro intestino sono miliardi, amano il nostro apparato digerente: lì sono al riparo dall'ossigeno e sono nel loro <strong>habitat naturale</strong>, composto da umidità, calore e cibo già masticato.</p>
<div id="m25884-25883-25885" class="content content-paragraph ">
<h2 id="m25952-25951-25953" class="is-h5 is-inline is-uppercase is-mr-r-4 ">composizione del microbioma</h2>
<p class="paragraph is-inline">Circa <strong>l'80% del nostro sistema immunitario è collocato nell'intestino</strong> e i batteri costituiscono più del 90% della nostra popolazione intestinale. Va da sé che più batteri "buoni" ci sono nel nostro intestino, più forte sarà il nostro sistema immunitario e maggiore sarà il nostro benessere. Questo universo batterico, tuttavia, non ci viene dato in dotazione sin dalla nascita: <strong>lo acquisiamo durante la nascita </strong>ma<strong> </strong>attraverso il passaggio dal canale vaginale (nel caso di parti naturali), l'allattamento al seno e il contatto con i genitori. Per formarsi completamente, il <strong>microbioma ci impiega circa 3 anni</strong>. I batteri che lo formano non sono tutti uguali: si dividono in più di <strong>5 ceppi</strong>, spesso diversi fra loro, che a loro volta si suddividono in gruppi e sottogruppi. La ricerca scientifica continua a individuare nel microbioma umano ceppi completamente nuovi e diversi da una persona all'altra. <strong>Ogni persona porta con sé il suo personale corredo di batteri</strong>. Svelato il motivo per cui se ne parla così tanto: il microbioma è una scoperta (scientifica) continua e sempre sorprendente.</p>
<div id="m25913-25912-25914" class="content content-paragraph ">
<h2 id="m25984-25983-25985" class="is-h5 is-inline is-uppercase is-mr-r-4 ">microbioma e metabolismo</h2>
<p class="paragraph is-inline"><strong>Il microbioma intestinale svolge un ruolo importante</strong>, forse cruciale, <strong>nel metabolismo</strong> dei composti chimici presenti negli alimenti. Questo ruolo è dovuto dalla grande diversità di batteri che popolano l'intestino. I batteri non si limitano a scomporre gli alimenti, ma producono sostanze del tutto nuove. Ne è un esempio il cavolo bianco, che contiene meno vitamine rispetto ai crauti ricavati da esso: sono i batteri a produrne in aggiunta. In tal senso, <strong>la qualità di ciò che mangiamo ha un'importanza cruciale</strong>: più aumentiamo il cibo che alimenta i batteri buoni dell'intestino, maggiore sarà la presenza degli stessi. <strong>Problemi di metabolismo</strong> come sovrappeso, diabete e alti livelli di grassi nel sangue sono accompagnati nella maggior parte dei casi da <strong>marker infiammatori</strong> nel sangue leggermente più elevati della norma. I batteri sono grandi esperti di infiammazioni, perché posseggono delle molecole che mandano un segnale al corpo specifico che "comunica" l'infiammazione. Queste molecole segnale possono arrivare anche in altri organi e influenzare il <strong>metabolismo</strong>. A differenza di altre infiammazioni che debilitano il corpo, queste (chiamate subcliniche) fanno ingrassare. I motivi, tuttavia, potrebbero non dipendere solo dai batteri, ma anche da squilibri ormonali, carenza di <a href="https://www.gazzetta.it/alimentazione/19-05-2023/vitamina-d-muscoli-e-integrazione-quando-serve-il-supplemento.shtml" rel="noopener" target="_blank">vitamina D</a> o presenza di troppi estrogeni.</p>
</div>
<div id="m25918-25917-25919" class="content content-paragraph ">
<h2 id="m25990-25989-25991" class="is-h5 is-inline is-uppercase is-mr-r-4 ">come curare il microbiota</h2>
<p class="paragraph is-inline">I recenti studi sull'argomento ci suggeriscono che uno <strong>stile di vita sano è il miglior alleato del microbioma</strong>. Mangiare alimenti contenenti una buona quantità di fibra, cibi fermentati (basta anche il semplice yogurt) ed evitare il più possibile alcol e grassi saturi, è il modo migliore per foraggiare l'universo di batteri buoni che abitano nel nostro intestino. Un altro può essere quello di <strong>assumere probiotici per almeno 4 settimane</strong> e verificare quale tipologia sia più adatta al nostro intestino. In tal senso un medico specialista, come il gastroenterologo, può essere d'aiuto. <strong>Evitare lo stress è un altro modo per prendersi cura del microbioma</strong>: l'intestino presta molta energia al cervello per consentirgli di gestire lo stress, di conseguenza ne ha molta meno per gestire il traffico intestinale. </p>
</div>
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-26403739964052180162023-07-24T21:04:00.001+02:002023-07-24T21:04:14.416+02:00Il partito degli italiani di Massimo Gramellini<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisLqe5DL31CHB2FzcJAPcM63XmB1pk-vLgVGF0JvMWkOKBkdV7CKrXO-ubv43QDdw-3d230W7_qsDycOGZbovvc9-65G4Lk1DQp8N0p3hoBXN_QjnssRPA5WxyRSsC6gefu7PTgg/s320/screenshot_1793.jpg" alt="" width="320" height="179" border="0" data-original-height="186" data-original-width="332" /></p>
<p>Il Caffè di ieriera dedicato alle vicissitudini di un ciclista di Trento, multato da un vigile pignolo e perseguitato da una burocrazia ottusa per avere attraversato le strisce pedonali in assenza di pedoni. Mai mi sarei aspettato che arrivassero così tanti messaggi di solidarietà non al ciclista ma al vigile, firmati da automobilisti che ritengono le biciclette una iattura, le piste ciclabili un castigo divino e i ciclisti una setta di anarchici specializzata nel pedalare contromano. <br /><br />A dire il vero non sono mancate alcune mail di appoggio al ciclista, ma erano scritte tutte da ciclisti: se la prendevano con gli sciagurati pedoni che attraversano la strada con la testa piegata sullo schermo del telefono. Alle critiche a ciclisti e pedoni, qualche sporadico pilota di motorino ha voluto aggiungere quelle agli automobilisti che guidano le macchine come se fossero go-kart, ma appena scatta il semaforo verde rimangono piantati sull’asfalto perché affaccendati a rispondere ai messaggini. <br /><br />Esiste un unico argomento in grado di metterli d’accordo tutti, pedoni e ciclisti, automobilisti e motociclisti: l’ecumenica <span style="font-weight: bold;">repulsione per chi sfreccia in monopattino</span> e in barba a ogni legge, compresa quella di gravità. Resta da capire con chi ce l’abbiano i surfisti del monopattino, forse con gli skateboard. <br /><br />La verità è che <span style="font-weight: bold;">ogni italiano fa partito a sé</span>, che poi è come dire che siamo tutti iscritti allo stesso partito, quello dei fatti nostri.</p>
<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy3cYxoep8x5h7_TC6AWi2BitKpLdG5KLM4yh72kTpg706NPjtFUyO-qw6DWnt6nGJGBEJ7cLz6ezBeRR6crK7OrcAzOoQGC-70qgrYccKQLz_xGXuOQJk_swuoGbmLSBhwA8u8A/s1600/CORRIERE.jpeg" alt="" border="0" data-original-height="33" data-original-width="119" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-64381490756285911852023-07-24T20:59:00.001+02:002023-07-24T20:59:18.704+02:00Ma mi faccia il piacere di Marco Travaglio<p><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIUKjomeGH9rlA6MJdIIvwQGrBTJl4c5AXvZ1IzU4_sA2Wgvi7t_-VDQp_unUg6qWVntPII9JXBDuHdM2q_uigatmyzwnLBqIts3xcigppupfmLww6xvG5a8i2VakYJeug9XFT/s1600/trav.jpg" alt="Immagine" /></p>
<p>Poveretto, come s’offre. “In un qualsiasi Paese dove un leader politico viene condannato con sentenza definitiva, la partita è finita: game over” (Matteo Renzi, Porta a Porta, Rai1, 9.9.2013). “Ha ragione Marina: i Pm inseguono i nemici. Difendo chi non può più parlare come Silvio Berlusconi… Ne difendo la memoria… perché così rendo un servizio non solo alla sua storia personale ma ancora prima alle Istituzioni di questo Paese” (Matteo Renzi, lettera al Giornale, 23.7). Ha scritto proprio così: “la memoria”.</p>
<p>Ho vinto qualche cosa? “Abuso d’ufficio, lo stop allarma l’Ue: danneggerà la lotta alla corruzione. Il sindaco di Pesaro Ricci: per noi è una vittoria” (Corriere della sera, 21.7). La vittoria di pirla.</p>
<p>Neolingua/1. “Ingerenza da Bruxelles. Per loro tutto diventa un possibile reato” (Lucio Malan, capogruppo FdI al Senato, Giornale, 21.7). Loro i ladri non li chiamano statisti.</p>
<p>Neolingua/2. “Non voteremo la sfiducia a Santanché. E’ un assist di Conte a Meloni” (Enrico Borghi, capogruppo Azione-Iv al Senato, Foglio, 21.7). Non la sfiduciano per farle un dispetto.</p>
<p>Neolingua/3. “Tajani: ‘Garantisti alla Berlusconi’” (Repubblica, 16.7). Per lui è un complimento.</p>
<p>Neolingua/4. “Nel nome di Silvio, Tajani segretario di FI: ‘Fate vivere i suoi ideali’” (Giornale, 16.7). Il tempo di trovarne uno.</p>
<p>Neolingua/5. “Nasce l’area Bonaccini: ‘Non è una corrente’” (Stampa, 22.7). “Nasce l’area Bonaccini, applausi a Craxi e Renzi” (Repubblica, 22.7). Quindi è un’area edificabile.</p>
<p>Neolingua/5. “Gabriele Cagliari morto in cella perché non volle denunciare Craxi” (Unità, 20.7). No, perchè rubava.</p>
<p>Neolingua/6. “Giustizia per Gardini 30 anni dopo su Rai1” (Libero, 22.7). Ora le patacche si chiamano giustizia.</p>
<p>Agenzia Sticazzi/1. “Mangio yogurt scaduti, mi sono sposato in scarpe da tennis” (Riccardo Illy, Corriere della sera, 16.7). Apperò: mo’ me lo segno.</p>
<p>Agenzia Sticazzi/2. “Veronesi: ‘Niente più Bohème? E io torno a bendarmi’” (Messaggero, 18.7). Ma fai un po’ te.</p>
<p>Agenzia Sticazzi/3. “La mia vita ora è in fattoria, ho aperto un ristorante rurale. Nessuno degli ex colleghi pd ha prenotato un tavolo” (Monica Cirinnà, ex senatrice Pd, Corriere della sera, 16.7). Prenotano tutti la cuccia del cane.</p>
<p>Agenzia Sticazzi/4. “Anche Paolo Berlusconi rassicura FI: ‘La famiglia è presente’” (Giornale, 19.7). Meno male, stavamo in pensiero.</p>
<p>Agenzia Mecojoni. “Pagare le tasse è giusto” (Stampa, prima pagina, 18.7). Ma non mi dire.</p>
<p>Carletto Er Magnete. “Calenda: ‘A noi i voti in fuga dai 5Stelle’” (Stampa, 18.7). Transennate i Parioli.</p>
<p>Prelibatezze. “Il derby Renzi-Calenda si sposta sugli alleati. I due leader corteggiano gli stessi soggetti: Bonino, Lombardo, Cateno De Luca” (Messaggero, 22.7). Buongustai.</p>
<p>Il talent scout. “Tajani: ‘La mafia ci fa schifo, nelle nostre fila (sic, ndr) familiari delle vittime delle cosche’” (Giornale, 18.7). Dell’Utri, Cosentino e D’Alì.</p>
<p>Bisognerebbe. “Bisognerebbe che tutti i sostenitori di Zaki dicessero una parola per Navalny, l’oppositore di Putin già condannato a 9 anni di colonia penale severa, per il quale ieri ne sono stati richiesti altri 20” (Mattia Feltri, Stampa, 21.7). Poi ci sarebbe Assange, il giornalista reo di dare notizie vere sugli Usa: è in carcere da 4 anni e ne rischia 175 appena estradato, ma chissenefrega.</p>
<p>L’expertise. “Contro Delmastro è accanimento giudiziario” (Fabrizio Cicchitto, Dubbio, 14.7). Povero Delmastro, la difesa dalla tessera 2232 della P2 non la merita neanche lui.</p>
<p>Ballusti. “Travaglio? Negli anni 80 lavoravo con Montanelli e Travaglio era il vicecorrispondente dello sport da Torino. Montanelli non sapeva neanche che esisteva (sic, ndr)” (Alessandro Sallusti, Giornale, 23.7). Sallusti andò da Montanelli e gli domandò: “Conosci Travaglio?”. E Montanelli: “Sì, al Giornale l’ho chiamato io. Tu, piuttosto, chi sei?”.</p>
<p>Il titolo della settimana/1. “Sulla giustizia l’Ue sposa Travaglio. Il documento che critica la riforma Nordio sull’abuso d’ufficio si basa sugli articoli del ‘Fatto’” (Libero, 21.7). Ma solo perché gliel’ha ordinato la Via Lattea.</p>
<p>Il titolo della settimana/2. “Gardini, la vela e la Coppa America” (Riformista, 22.7). Per non parlare del trofeo per la maxitangente Enimont, la più grande della storia d’Europa.</p>
<p>Il titolo della settimana/3. “Smog, ex sindaci di Torino verso il processo: ‘Inquinamento ambientale colposo’. Sette imputati, fra cui Chiamparino, Fassino e Appendino” (Stampa, 22.7). La versione giudiziaria del “piove governo ladro”.</p>
<p>Il titolo della settimana/4. “Nastro giallo e nero sulla statua di Montanelli: l’ultimo blitz degli attivisti di Extinction Rebellion” (Stampa, 23.7). Forse ignorano che fu il giornalista più ambientalista d’Italia. Meno vernice e più libri, ragazzi.</p>
<p>Il titolo della settimana/5. “Perché il Parlamento non indaga sulla Procura di Palermo 1992 ‘nido di vipere’?” (Piero Sansonetti, Unità, 20.7). Poi, con comodo, potrebbe passare a indagare sulle guerre sannitiche.</p>
<p><img style="margin-left: auto; margin-right: auto; display: block; opacity: 1;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRN4eo-CZUEfzSL3FzteJrhNtb4KSQuAEPxaD7yLUBYeE78OY96Dpyy0Qau_Su0nwXhgKxQhDwQzW23-Rz9dj9ZMahvCtCdQaHIirQaKM8WgP-S9CuLM8Ng9eKMSyT4mpOg05o/s1600/fqpiccolo.jpg" alt="" border="0" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-17612591324133790922023-07-18T23:59:00.001+02:002023-07-18T23:59:00.139+02:00BuonaNotte/BuonGiorno<p style="margin-left: 80px; text-align: left;"> <img alt="" class="hCL kVc L4E MIw" src="https://i.pinimg.com/564x/47/c4/8f/47c48f141357b60273945595c7141484.jpg" /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-21529794.post-9447834751026239912023-07-18T23:28:00.001+02:002023-07-18T23:28:29.332+02:00Quanti sosia abbiamo? Di certo non sette come vuole la credenza comune<div class="foc-module-text foc-mBottom2x">
<p><img class="r48jcc pT0Scc iPVvYb" style="max-width: 871px; height: 473px; margin: 0px auto; width: 864px; display: block;" src="https://www.lastampa.it/image/contentid/policy:1.35117861:1561284946/Pitt-U10402496633569Y5E--990x556@LaStampa.it.jpg?f=gallery_1280&h=702&w=1280&$p$f$h$w=93cce2f" alt="Se il sosia ? cinese o indiano: le strane somiglianze dei vip - La Stampa" /></p>
<p>A giudicare da Twin Strangers, un sito che promette di trovare il nostro "doppione" basandosi su software di riconoscimento facciale, <strong>ci sono poco più di 9,5 milioni di sosia nel mondo</strong> e perciò, su 10mila persone, undici ne hanno uno da qualche parte. Considerando poi tutti gli umani che hanno calcato la Terra fin dalle origini, stimati in circa cento miliardi di individui, la probabilità che sia esistito qualcuno con la nostra faccia sale ancora. A quanti del resto è capitato di aver visto un ritratto del passato identico a una persona viva e vegeta?</p>
<p><strong class="ATextTitle">Calcolo delle probabilità.</strong> E tenendo conto che, si spera, altri miliardi di esseri umani verranno in futuro, pare sempre più ragionevole che prima o poi saltino fuori due visi identici: se, insomma, pare difficile che ognuno abbia sette sosia in giro come vuole la credenza comune, il calcolo delle probabilità sembra indicare che prima o poi la natura possa ripetersi. Perché in fondo i tratti del viso non sono infiniti e sono governati dai geni: se stimassimo quanti volti umani possano esistere, potremmo conoscere anche la probabilità che ce ne siano due identici.</p>
<p><strong class="ATextTitle">Il viso è la parte più variabile del corpo.</strong> Parecchi ricercatori ci hanno provato, ma a oggi non ci sono certezze. La ricercatrice australiana Teghan Lucas, per esempio, tempo fa aveva tentato di stimare la probabilità che otto misure facciali, come la distanza fra gli occhi o le orecchie, coincidano (tutte) fra persone differenti: sarebbe una su un miliardo di miliardi, il che ridurrebbe drasticamente le chance di avere un sosia. Però il nostro cervello, quando deve riconoscere qualcuno, non misura al millimetro il viso altrui ma lo valuta nei tratti generali: il naso lungo o a patata, il mento sfuggente o pronunciato, il colore degli occhi. Elementi determinati da una manciata relativamente piccola di geni; inoltre le caratteristiche facciali sono altamente ereditabili e questo dovrebbe aiutare a ridurre il numero di visi possibili.</p>
<p>Il volto infatti è la parte più variabile del nostro corpo perché serve a farci riconoscere in mezzo agli altri, ma allo stesso tempo essere identificabili come appartenenti a una famiglia o a un gruppo etnico tramite la somiglianza con parenti o conterranei ha avuto un significato rilevante nell'evoluzione, perché ha aiutato la coesione sociale fin dagli albori della civiltà. Lo sostiene Daniel Crouch, genetista dell'Università di Oxford (Uk), che ha spiegato come siano appena tre le varianti genetiche fondamentali per determinare la forma del profilo e del viso attorno agli occhi.</p>
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<p><strong class="ATextTitle">Simili, ma non troppo.</strong> Le parti più spesso tramandate dai genitori ai figli, poi, sarebbero poche e ben precise: la fossetta fra naso e labbra, la zona sotto il labbro inferiore, la punta del naso, l'angolo interno degli occhi, come ha spiegato una ricerca del biostatistico Giovanni Montana del King's College di Londra. Queste zone si ereditano più di altre, perciò le combinazioni di tratti somatici si riducono e non è così azzardato pensare che si possa condividere, perfino con uno sconosciuto, un aspetto affine.<br /><br />Stando ai genetisti, quindi, più varianti genetiche abbiamo in comune con qualcuno, più i due visi saranno simili, un po' come accade coi gemelli identici; ci sarebbe però da mettersi d'accordo sulla definizione di sosia, perché riguardando il proprio doppio più da vicino quasi sempre casca l'asino, come ha affermato il genetista britannico Walter Bodmer, secondo cui basta un'analisi più accurata per scoprire che due ipotetici "doppi" non lo sono realmente.</p>
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<p><strong class="ATextTitle">I (non) sosia delle star.</strong> Poi ci sono i <em>sosia</em> di personaggi famosi che, però, possono ingannare solo a prima vista: spesso sono il trucco o gli atteggiamenti a creare l'"inganno". Da cui però emerge come essere uguali (o molto, molto simili) a qualcun altro non sia per forza divertente o curioso, anzi: fin dai tempi del<em> Sosia</em> di Plauto trovarsi davanti il proprio doppio può scatenare crisi d'identità e spersonalizzazione. Come spiega infatti Massimo Di Giannantonio, presidente della Società Italiana di Psichiatria: «Il famoso che incontra il suo sosia prova come minimo fastidio; qualcuno si sente perfino minacciato, perché è come se l'altro volesse rubargli la vita e l'identità, diventare sé senza essere stato autorizzato.</p>
<p>D'altro canto, chi estremizza i propri connotati e cerca di diventare il doppio del suo idolo ha un problema di immaturità e mancato percorso di crescita personale: ognuno di noi si sviluppa cercando un'individualità propria, scegliere di vivere con la faccia di un altro significa che non riusciamo a costruire un ruolo per noi stessi, ma che vogliamo "succhiare" caratteristiche da altri perché ci sembrano desiderabili». Insomma, se è il caso a farci incappare nel nostro doppio ci si può anche ridere su, magari ignorando il fatto che secondo alcuni miti il <em>Doppelgänger</em> è un presagio di morte; con un sosia "costruito", però, la faccenda diventa di sicuro ben più inquietante.</p>
<p><strong class="ATextTitle">Gemelli monozigoti: sosia per la vita. </strong>E i gemelli monozigoti? Chi più di loro condivide tutte le varianti genetiche possibili che costruiscono una faccia? Sono due gocce d'acqua non solo genetiche, ma anche davanti allo specchio: qualche minima differenza magari ce l'hanno, ma di fatto sono persone che vivono l'intera esistenza con un doppio. Al netto delle situazioni in cui può far comodo avere il dono dell'ubiquità, è difficile crescere con un sosia accanto? «Può esserlo se la comunanza, la fusione tipica dei gemelli diventa un carcere da cui non si riesce a evadere, che comprime le proprie potenzialità», risponde lo psichiatra Massimo Di Giannantonio. «A un certo punto della crescita è normale volersi differenziare dall'altro: se entrambi i gemelli condividono l'esigenza di individualizzazione, avere un doppio resta solo un vantaggio, se però uno dei due vuole mantenere una condivisione assoluta e un legame indissolubile, la strada diventa in salita e si possono sviluppare grossi problemi e conflittualità».</p>
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